3 domande a lavasciuga

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3 domande a lavasciuga

Dopo una carriera di tipo commerciale, ha aderito a questo network aprendouna lavanderia automatica, poi ha deciso che il gioco valeva la candela, così ne ha aperte altre quattro.

E dopo qualche anno in azienda si sonodetti: Ma chi meglio di lui è in grado di presentare la nostra proposta sapendo molto bene di cosa sta parlando? E così è iniziata la collaborazione.

La filosofia? Badare alla sostanza

1. Quali sono i fattori fondamentali per la buona gestione di unazienda come la sua in un periodo così difficile?

Il primo aspetto da tenere in considerazione una fase come questa è che non è consentito sbagliare. Gli errori si pagano a un prezzo più caro di un tempo, quindi va tenuta molto alta la soglia di attenzione. Volendo essere più schietti, si tratta di una ricetta semplice, anche se non così scontata come potrebbe sembrare a prima vista: lavorare bene, sempre al massimo delle proprie capacità. Nella nostra attività specifica, ciò significa prima di tutto offrire grande professionalità e molta sostanza. Noi curiamo in modo particolare la qualità del servizio e delle forniture, in modo che gli affiliati incontrino meno problemi possibile nella loro attività e possano contare su una durata adeguata delle attrezzature. Partiamo dal presupposto che la loro soddisfazione è anche la migliore garanzia del nostro successo. E poi cerchiamo di supportarli al meglio, offrendo loro anche facilitazioni come la possibilità di accedere a finanziamenti agevolati al 5%.

2. A quali bisogni reali risponde oggi una lavanderia self service?

Credo che sia necessario distinguere tra quelli relativi alle richieste del pubblico e quelli espressi dai potenziali affiliati. Tra i primi, si può citare un mutamento di abitudini legato allevoluzione della società moderna: tempo libero sempre più ridotto, famiglie in cui entrambi i coniugi lavorano, necessità di spostamenti più frequenti per esigenze lavorative, aumento del numero di single, spazi abitativi ridotti e altri ancora.
Infine, ma non ultima, la necessità di risparmiare sulle spese domestiche.
Dal punto di vista degli affiliati, invece, direi quelli legati alla diversificazione degli investimenti e/o allarricchimento del proprio reddito con unattività completamente automatica, priva di magazzino e dipendenti. Aggiungerei investimento contenuto, impegno ridotto in termini di tempo, basse spese di gestione, poca burocrazia necessaria per lapertura e rientro dellinvestimento in tempi brevi.

3. Lei definisce la sua proposta un franchising atipico. Cosa intende esattamente?

Di norma, un franchising prevede una serie di oneri a carico del franchisee, come fee dingresso e royalty, nonché di obblighi di vario genere, collegati allutilizzo del marchio, ai prodotti, e così via. Rispetto al franchising tradizionale, il nostro modello non prevede nessuno di questi aspetti, mentre ne mantiene tutte le caratteristiche (contrattualmente formalizzate nella massima trasparenza) riguardo alla creazione del business plan, al supporto nellindividuazione della location, al disbrigo della burocrazia, alla formazione, allassistenza pre e post apertura, al marketing e così via. In poche parole, tutto ciò che attiene a quella trasmissione del know-how da affiliante ad affiliato che è il pilastro portante del rapporto in franchising.