La parola all’affiliato
Un padre con una storia professionale di grande prestigio e una madre intraprendente alla ricerca di una valida attività imprenditoriale per il figlio. L’hanno trovata sulle pagine di Millionaire e, forse, non solo per lui…
In mancanza di una seria politica di sostegno all’occupazione giovanile, è spesso la famiglia a riempire questo vuoto.
Nulla di male, anzi, in fondo è un’ulteriore dimostrazione che la volontà di rimboccarsi le maniche rimane la via maestra per la determinazione del proprio futuro. E non c’è niente di meglio che farlo con qualcuno a cui sta davvero a cuore, per di più sulla base di una solida esperienza di alto livello manageriale.
È il caso di Gabriele Petazzi, 65 anni, che insieme al figlio Andrea e alla moglie Norma ha deciso di dare vita a un’agenzia postale privata con il franchising Mail&Company a Biella. «Vengo da un lungo passato come dirigente amministrativo in varie multinazionali di primo piano» racconta «e oggi sono in pensione, pur essendo ancora impegnato in varie attività. Anche mia moglie, ex insegnante, è in pensione.
La decisione di avviare un’attività in proprio è avvenuta a seguito della necessità di trovare uno sbocco per nostro figlio, che, dopo un periodo di lavoro come contabile, a causa della crisi si era dovuto accontentare di un piccolo impiego in un negozio di articoli per animali, del quale non era per nulla soddisfatto». Aperta all’inizio del dicembre 2012, l’agenzia della famiglia Petazzi si trova in via Fratelli Rosselli 110/b, in una zona semicentrale e di buon passaggio della città piemontese. «Abbiamo valutato con attenzione la location insieme al franchisor, una zona popolosa e frequentata, con un giusto rapporto tra costi e bacino di utenza potenziale.
Mail&Company assegna una zona di esclusiva di 200mila abitanti, che per noi significherebbe l’intera provincia di Biella e non ce la potremmo fare. In realtà giudichiamo sufficiente contare su città e dintorni, circa 70mila abitanti». Come è iniziata questa nuova avventura? «Come al solito, il merito è delle donne. È stata mia moglie a trovare sulle pagine di Millionaire questa franchise e fare la prima mossa proponendoci di approfondire».
Avete fatto qualche ricerca su altri marchi? «Non è stato necessario. Fin dai primi contatti abbiamo potuto constatare che si trattava di una proposta seria e ci siamo intesi subito con i responsabili dell’azienda, per cui abbiamo firmato rapidamente». Cosa ci può dire del periodo pre-apertura? «Non ci sono stati particolari problemi, ognuno ha fatto al meglio la sua parte, sia noi sia il franchisor.
L’unico problema, che ha causato qualche mese di ritardo, è venuto guarda caso dalla burocrazia: l’autorizzazione comunale all’esposizione dell’insegna è stata complicata…».
Già, la burocrazia. Per un’attività come la vostra sarà necessario tenere conto di varie normative. Come vi ha supportato in questo l’azienda? «Abbiamo ricevuto una buona formazione, completa ed esauriente, in tre sessioni.
Comunque non ci sono problemi in questo senso, sono molto efficienti e disponibili: per qualsia-si dubbio basta una telefonata o una email e la risposta arriva subito. Semmai avrei un paio di suggerimenti da dare al franchisor, anche se mi rendo conto che il marchio è giovane, sul mercato solo da poco più di un anno.
Il primo è di crescere alla svelta. Per alcuni servizi dobbiamo ancora rivolgerci alle Poste Italiane e questo crea qualche ritardo nelle consegne.
Poi avrei piacere che facesse un po’ più di pubblicità a livello nazionale». Alla luce di questi primi mesi di lavoro, qual è il suo giudizio complessivo, anche alla luce della sua notevole esperienza? «Che i primi a divertirci siamo io e mia moglie… Scherzo, anche se c’è della verità. In realtà mi sento piuttosto ottimista. I riscontri avuti sinora sono ottimi, la gente ci conferma di essere stufa delle code e dei disservizi delle poste, diciamo così, pubbliche.
Stiamo lavorando sodo anche per creare uno “zoccolo duro” di clienti fissi, non occasionali, rivolgendoci ad aziende, studi professionali, associazioni di categoria. Credo che riusciremo a rientrare dell’investimento e a ottenere una buona redditività nel giro di un anno».
Tre note positive sul franchisor
- Snellezza della formula
- Accessibilità dell’investimento
- Ottimo livello di assistenza e formazione
Note critiche
- Qualche aspetto da migliorare, legato alla gioventù del network
- Pubblicità nazionale da incrementare
La parola al franchisor
Elda Barbieri, amministratore unico Mail&Company
Voglio ringraziare tutta la famiglia Petazzi per aver creduto nel nostro progetto.
Siamo lusingati del fatto che personaggi di tale spessore ed esperienza abbiano voluto accordarci la loro fiducia, che del resto cerchiamo di consolidare ogni giorno mettendo a loro disposizione strumenti validi e affidabili, e assistendoli in tempo reale.
L’aspetto “assistenza” è proprio quello sul quale abbiamo voluto concentrarci di più, consapevoli, da un lato, dell’importanza di dare risposte tempestive agli affiliati e di conseguenza ai loro clienti, dall’altro che, nel settore, non sempre si può contare su un supporto di facile e rapido raggiungimento.
Per quanto riguarda invece i suggerimenti circa una maggiore copertura in consegna e la pubblicità nazionale, è utile precisare, relativamente al primo punto, che le reti sulle quali possiamo contare ci garantiscono la consegna in forma “privata”, e quindi con guadagni pieni, sul 75% del territorio nazionale e questo, credo di poter dire, è il miglior risultato raggiunto da una società privata. E anche sulla rimanente parte, per la quale dobbiamo avvalerci del servizio di Poste Italiane, riusciamo a corrispondere all’affiliato una competenza significativa.
Per la pubblicità a carattere nazionale, guardare a iniziative di tale respiro è forse ancora prematuro.
Tra il voler rendere abbordabile un investimento che abbia lo scopo di assicurare un’attività remunerativa a quanti più giovani possibile e proporre invece un’affiliazione gravata dagli inevitabili costi di un simile impegno, abbiamo scelto la prima strada. Procediamo perciò a piccoli passi, ma inesorabili, verso il consolidamento del gruppo. Poi vedremo il da farsi.
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