Acceleratori di business

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La parola all’affiliato. Un franchisee si racconta: sogni, progetti, aspettative e difficoltà per realizzare un’impresa in affiliazione. Alessandro Finelli Genesis Mobile Franchising.

Ha incontrato prima di tutto persone che gli hanno ispirato fiducia.

E su questa base ha impostato un rapporto di lavoro e un’attività per la quale nutre grande entusiasmo.

 Non è la sua attività principale, ma ne parla come se la rete Genesis Mobile fosse da sempre il suo partner ideale.

Alessandro Finelli, 47 anni, bolognese, coltiva da molti anni la passione per il coaching e la formazione, tanto da averne fatto la sua professione principale come allenatore di basket e formatore.

Tutte occupazioni apparentemente lontane da quella che ha intrapreso attraverso la partnership con Genesis Mobile (la sua adesione al network è piuttosto recente, con operatività da inizio 2014), il cui core business è costituito da soluzioni integrate di comunicazione mobile e digitale per le aziende.

Come ha conosciuto Genesis Mobile? «Ho conosciuto i titolari dell’azienda attraverso un altro business che gestivamo insieme. Da subito si è stabilito un rapporto di grande fiducia tra persone, solo in un secondo momento è nata l’idea di collaborare al progetto, che per me ha anche il significato di una sfida imprenditoriale: portare per primo una tipologia di proposta del tutto nuova nella mia regione, creando una rete commerciale».

Cosa c’entra il mobile marketing con la sua passione per la formazione? «Come dicevo, tra i fattori che mi hanno condotto a scegliere questo settore c’è la sfida di creare una rete commerciale nuova. Il che significa selezionare le persone, stabilire con loro un rapporto di fiducia e formarle come consulenti in grado di far capire e vendere un servizio innovativo. Ecco cosa mi ha stimolato di più in termini umani e professionali».

D’accordo, ma cosa ci ha visto in termini di prospettive concrete? «Prima di tutto, e per me questo rimane fondamentale, la scelta si è basata sulla qualità del rapporto di fiducia nelle persone. Un rapporto di fiducia che però si inserisce in un quadro molto concreto, cioè quello di un mercato nuovo e in grande espansione a cui si vanno a proporre servizi “trasversali”. Intendo dire che questi servizi di comunicazione possono interessare qualsiasi tipo di azienda o attività, non importa quanto piccola o quanto grande, quindi il potenziale è estremamente ampio».

Quali sono a suo avviso i punti di forza della proposta di Genesis Mobile? «Oltre ad aver individuato un mercato dal potenziale interessante, direi serietà e professionalità. E una formula basata su un modello ampiamente sperimentato, che consente di offrire agli staff una formazione che, in breve tempo, li mette in grado di operare efficacemente. Il che significa fare di queste persone dei consulenti di comunicazione preparati, capaci anche di far capire a chiunque un servizio molto innovativo. Infine, quello che io definisco, con un termine sportivo, la “squadra corta”. Cioè un rapporto continuo e diretto con la casa madre e la proprietà, che si traduce in un’assistenza costante e concreta in ogni momento».

Quante persone collaborano con lei e come sono state formate? «Attualmente (ma la selezione è costantemente in atto) vi sono otto consulenti commerciali e due persone impiegate nel backoffice che mandano avanti il lavoro. Della loro formazione iniziale si è occupata direttamente Genesis Mobile con tre giornate di corso intensivo. Ma non basta. Sia loro che il sottoscritto crediamo fortemente nella formazione continua, perché consente al collaboratore di acquisire anche fiducia nei suoi mezzi. Ecco quindi momenti di aggiornamento, follow up, riunioni settimanali e coaching personale. Nulla viene trascurato in questo ambito».

Come operano i suoi consulenti? «Amo definire loro e la nostra attività come “acceleratori di imprese”. Ancora una volta, si tratta di creare relazioni di fiducia con le persone, facendo capire loro come questi mezzi costituiscano un volano efficace per la loro comunicazione, a un costo che tutti si possono permettere. Quindi cercano i potenziali clienti e li vanno a visitare direttamente. La chiave di tutto sta, a mio avviso, in tre parole: serietà, preparazione e professionalità». Insomma, nessun punto debole.

Pensa di aver trovato il franchising perfetto? «Per carità, tutto è perfettibile, ovviamente, ma per quanto mi sforzi non riesco a trovare punti deboli nel format e mi sentirei di consigliarlo a chiunque, purché, naturalmente, abbia davvero una vocazione imprenditoriale e una certa propensione alla comunicazione e ai rapporti umani».

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