Aprire un franchising all’estero: i vantaggi di aprire un negozio in franchising in Portogallo
Aprire un franchising all’estero: e se andassimo fare business in Portogallo? Dopo anni di crisi economia abbiamo visto una ripresa dei consumi, soprattutto in Paesi dell’Europa che sembravano lontani dal recupero. Un esempio possono essere l’Irlanda o la stessa Spagna. Ma c’è una nazione che, a dispetto di tutto e all’insaputa di molti, si sta rivelando una sorpresa: il Portogallo.
Aprire un franchising all’estro: Portogallo, un’economia in crescita
Sicuramente la ripresa della Penisola iberica ha portato benefici anche a questa nazione e la sua vicinanza culturale al Brasile, grande Stato del Sud America, ha visto una crescita dei viaggi e del turismo. Non solo, anche gli italiani viaggiano in Portogallo ormai da anni e questo ha portato alla nascita di diverse realtà Made in Italy nel mondo del retail e anche, ovviamente, del food.
Oggi non apparirebbe così strano che il nostro pioniere e navigatore Cristoforo Colombo, dopo aver scoperto le Americhe, abbia deciso di vivere per circa 9 anni in Portogallo.
Investire in Portogallo significa scegliere un Paese che offre un’ottima qualità della vita in virtù delle sue condizioni climatiche, con un’economia in crescita, una posizione geograficamente strategica perché naturalmente proiettata verso i Paesi d’Oltreoceano (Stati Uniti e Brasile) e, in ultimo ma non per questo meno importante, con una popolazione sempre più attenta al mangiar sano e alle modernità.
Ma cerchiamo di mettere a fuoco alcuni numeri di mercato e i motivi che ragionevolmente ci indurrebbero a investire nel Portogallo nel settore food e, perché no, attraverso la formula del franchising.
Aprire un franchising all’estero: lo scenario di mercato in Portogallo
Dove aprire un franchising all’estero? In Portogallo conviene
Le previsioni a breve termine di diversi studi di settore per l’economia portoghese indicano una continua crescita dei consumi privati: in questo contesto, si stima che nel 2018 il mercato della ristorazione raggiungerà circa 3.800 milioni di euro (+1,9%), con un aumento simile atteso per il 2019. In tutto il settore economico si registra una crescita annua superiore al 2% (Info: Mercati Esteri). Infatti, il fatturato nel settore della ristorazione in Portogallo è aumentato del 2,2% su base annua a 3.730 milioni di euro dal 2016, confermando il trend di crescita avviato nel 2014, che si manterrà fino al 2020. Infatti (e non è un caso) più di 5.000 italiani si sono trasferiti in Portogallo, soprattutto chi vuole godersi una rendita o una pensione, considerato il basso costo della vita rispetto all’Italia. Inoltre, ogni anno più di 400mila italiani viaggiano in Portogallo.
Aprire un franchising in Portogallo: format franchising food made in Italy
Ma non è tutto. I portoghesi sono sempre più interessati alla tradizione culinaria del Bel Paese. In altri Paesi europei e non solo, chi ha iniziato con modelli di business food ha spesso ottenuto grandi successi. Pensiamo per esempio alle catene di ristoranti “italiani” nel Regno Unito come Piccolino, Gusto, San Carlo, Veeno ecc. In Portogallo non ci sono ancora troppi format food & beverage italiani, tranne qualche caso sporadico di giovani che hanno approfittato di una maggiore facilità burocratica e della creatività ben apprezzata.
A oggi, tuttavia, non si registra una grande presenza di format originali e l’offerta principale è legata a prodotti italiani più tradizionali come la pizza. Questo aspetto costituisce un’opportunità, considerato l’interesse per la cucina italiana e del Made in Italy nel mondo e, quindi, dei portoghesi. E il successo di Eataly nel mondo ne è la più evidente testimonianza.
Non c’è ancora una forte pressione di competitor italiani ma, proprio per questo, occorre giocare d’anticipo e non importa se nel ruolo di franchisor, master franchisee, franchisee o da venture capital in qualche startup.
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Aprire un franchising all’estero: consigli per aprire un franchising in Portogallo
Per aprire un franchising in Portogallo il primo passo da fare è ovviamente decidere quale format spingere o su quale investire.
La scelta non è scontata. Come abbiamo visto, non basta scegliere il prodotto, ma serve saper comunicare bene e senza fronzoli la qualità della cucina italiana e la modernità della nostra offerta food. In un mercato in crescita è fondamentale entrare con un marchio studiato, che ha tutte le possibilità di crescita e che sappia distinguersi da concorrenza e imitatori anche nel lungo periodo.
Altro aspetto critico è la soluzione relativa all’approvvigionamento delle materie prime. Fortunatamente la Penisola iberica è una terra mediterranea, quindi molti prodotti freschi presentano qualità elevate, ma se si vuole puntare su un prodotto specifico (per esempio la carne di chianina), ebbene la logistica ricopre un ruolo cruciale.
Infine, il layout del locale deve strizzare l’occhio alla modernità: Lisbona è considerata una nuova Berlino per le sue opportunità e il suo spirito internazionale, di conseguenza è importantissimo essere originali, moderni e cool. Questo per chi desidera investire o creare un proprio format.
Per chi decide di affiliarsi o portare il proprio marchio in questa terra, invece, è fondamentale avvalersi della consulenza di professionisti che hanno dimestichezza con le sue dinamiche commerciali e legali e, infine, che siano in grado di far luce tanto sulle potenzialità quanto sui rischi.
A cura di Davide D’Andrea Ricchi
Docente di Franchising presso Il Sole 24 ore, nei master post laurea in Marketing, Comunicazione e Digital Strategy e Retail & Consumer Management, consulente di direzione dal 2005, titolare di Sviluppo Franchising e Co-founder di One day Training – Formazione express.