Assofranchising: anticipare la chiusura dei negozi per aiutare il comparto franchising

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Superata la parentesi di grande ripresa in cui il franchising, dopo la pandemia, aveva recuperato terreno con un giro d’affari attestato sui 28,8 miliari di euro (1,6% del PIL nazionale) il settore si ritrova oggi a dover fronteggiare le conseguenze della crisi energetica dovuta al conflitto russo-ucraino. Parliamo dell’inflazione da record che sta incidendo sul costo della vita, dagli affitti alle materie prime. 

Per tutelare e difendere il comparto franchising dagli effetti di questa fase recessiva, Assofranchising, storica associazione aderente a Confcommercio – Imprese per l’Italia, ha avanzato la sua proposta di interventi per aiutare i franchisor italiani a superare questo momento difficile.

Come ha affermato lo stesso segretario generale di Assofranchising, Alberto Cogliati: “Insieme a Confcommercio stiamo dialogando sul tema dell’inserimento di un Cap proprio in merito agli adeguamenti Istat. Il comparto del franchising è composto anche da piccoli imprenditori che operano in diverse geografie e che si trovano di fronte a una sfida senza precedenti”. Il mercato italiano del franchising, infatti, conta circa 60.000 punti vendita con oltre 238.000 occupati.

Sulla scia delle proposte europee che stanno spingendo i paesi membri ad adottare piani di contenimento dei costi e dei consumi energetici, Assofranchising si è espressa in particolare sulla proposta di anticipare la chiusura dei negozi nei centri commerciali.

Come categoria chiediamo di valutare la possibilità di chiusura selettiva anticipata per i negozi nei centri commerciali, in base alle esigenze di ogni singola linea di business e ovviamente in accordo con la proprietà, senza che questo implichi il non adempimento del contratto. Auspichiamo che il Consiglio nazionale dei centri commerciali, ma anche la politica, prendano in considerazione queste richieste per dare respiro alla filiera che diversamente si vedrà costretta ad applicare prezzi più alti con ulteriore aggravio per i consumatori finali che saranno i primi a farne le spese” ha chiarito ancora il segretario generale Cogliati.