Avanti il prossimo

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Nel mondo del franchising italiano succedono sempre le stesse cose. Come tutti i disastri provocati da improvvisati franchisor e sprovveduti che ci cascano.

Siamo ormai nell’anno 57 Dmc (dopo la nascita di Mc Donald’s) e ogni giorno un grullo si sveglia convinto di sapere tutto del franchising.

In fondo che ci vuole per fare il franchisor? Basta un’idea del cavolo, quattro conti fatti a computer, un po’ di faccia tosta… et voilà, un nuovo marchio è sul mercato!

Fa niente se al posto dello studio di fattibilità ha fatto fare al ragioniere del condominio un bilancino da due soldi, se il contratto l’ha scaricato da Internet e il manuale operativo è un copia e incolla di un copia e incolla di un copia e incolla… Vabbè, dice il grullo, ma l’importante è vendere!

Basta trovare qualche altro grullo che si lascia convincere a firmare un bell’assegno e a cominciare una attività che neanche il franchisor sa come funziona… Che è come dire: “Vabbè ma quello che conta è vincere la partita!” Chissenefrega se non si conoscono le regole, se si scambia l’arbitro per l’avversario e se al posto di tirare nell’altra metà del campo si spara la pallina in rete e si grida goooool…

Succede inevitabilmente che il malcapitato affiliato va dall’avvocato che gli dice che il contratto non è a norma di legge e che con il manuale ci si può fare un bel falò e che può chiedere i danni al grullo, il quale grullo capisce che forse era meglio farsi fare il contratto da un esperto insieme al manuale e allo studio di fattibilità… Alla fine il grullo scopre che con i soldi che deve restituire all’affiliato e che ha speso in cavolate senza senso, avrebbe fatto 42 studi di fattibilità e avrebbe preso 74 esperti di franchising ma ormai è troppo tardi e allora… avanti il prossimo!

MORALE: Quante fregature devono ancora girare prima che ci si convinca che il franchising è una roba seria, che richiede esperienza e competenze specifiche?