A scuola di franchising
Ogni settore ha i suoi “squali” e il franchising non fa eccezione. L’unica difesa da costoro è sapere che esistono e di conseguenza tenere alto il livello di attenzione.
Il fetente mondo del “Frankestain”, come tutti sanno, è popolato dai sordidi figuri espulsi per ignominia e incompetenza (per non parlare di truffa) dal meraviglioso universo del franchising.
È un luogo – immaginario ma straordinariamente reale – dove questi reietti si aggirano affamati come i lupi nel bosco di Cappuccetto Rosso, pronti a qualunque bassezza pur di strappare una pagnotta, uno straccio di consulenza, un avanzo di corso di formazione, un contratto di pseudofranchising a un poveretto che si sta giocando la pensione dei genitori.
In questi gironi infernali si aggirano simili personaggi che spacciano di tutto: progetti farlocchi, business semi-legali, truffe legalizzate, contratti di affiliazione copia-e-incolla e, udite udite, manuali operativi di seconda o terza mano.
Riciclare il manuale operativo di un’azienda è come cercare di rivendere una protesi dentaria usata: a parte lo schifo, difficilmente l’oggetto si potrà adattare alle necessità del nuovo utilizzatore.
I reprobi traffichini del mondo del Frankestain lo sanno bene, ma tra loro non esistono regole né pudori.
Vanno alla ricerca di aziende consenzienti e conniventi che in quel mondo ci sguazzano beatamente, noti ricettatori di know-how rubato.
Ma qualche volta riescono a trascinare nei loro quartieri malfamati anche aziende perbene, colpevoli solo della propria ignoranza e provano a propinare la loro merce inadatta e illegale…
La morale
Può sembrare incredibile, ma dopo 40 anni di franchising in Italia ci sono ancora pseudo-franchisor fai-da-te e pseudoconsulenti convinti che bastino i copia e incolla dei manuali e qualche furtarello di informazioni qua e là a trasformare la pochezza delle loro iniziative in solide reti di franchising!
dal Manuale del Frankenstein,
di Saverio Savelloni, ed. Fasullo