In Italia dal 2003 esiste un ente per lo sviluppo di iniziative in franchising che a oggi, su decine di migliaia di imprese avviate, ne ha finanziate poco più di 800.
Il governo del Turlupistan ha appena costituito Promovo, un ente deputato a gestire fondi statali per lo sviluppo di iniziative in franchising.
In quelle amene regioni si prevede di finanziare, nei prossimi 10 anni, almeno 10mila nuove imprese affiliate, in tutte le aree del Paese.
Si ricercano candidati con spiccata attitudine imprenditoriale, in grado di investire almeno il 50% del capitale necessario alla singola franchise.
L’altro 50%, fino al tetto massimo di 500mila euro, verrà finanziato a tassi agevolati.
Promovo ha infine garantito che tutte le imprese franchisor in regola con i requisiti di legge potranno essere accreditate in poche settimane, dopo un semplicissimo screening della documentazione.
In Italia, dal 2003, esiste un ente analogo. Poco tempo fa, ha finalmente fornito i dati a consuntivo: in otto anni, a fronte di parecchie decine di migliaia di neoimprese avviate, l’ente ne ha finanziate poco più di 100 all’anno e solo in specifiche aree del Paese.
Da noi si ricercano disoccupati, che non mettano soldi propri e disposti a scappare velocemente non appena ottenuti i fondi.
Sono previste elargizioni a fondo perduto.
L’ente ha infine messo a punto sfiancanti procedure di accreditamento, capaci di durare anni. Il tutto non è basato solo sui requisiti previsti dalla legge italiana, ma su tabelle e carteggi che scoraggerebbero persino il mitico Bartezzaghi della Settimana enigmistica.
L’obiettivo è chiaro: far desistere chiunque abbia voglia di lavorare sul serio: su più di 800 franchisor operativi in Italia, a oggi ne sono stati accreditati meno di tre decine…
MORALE: Centinaia di franchisor e di aspiranti franchisee italiani stanno organizzando una emigrazione in massa in Turlupistan. Qui da noi invece dei soldi stanno dando i numeri.