A scuola di franchising
Anche il mondo del franchising non è immune da una malattia piuttosto diffusa nel nostro Paese: far valere con forza i propri diritti, ma sforzarsi poco nei confronti dei doveri.
L’Italia è il Paese dei “diritti”. I diritti degli operai, i diritti dei cittadini, i diritti delle donne, i diritti dei minori, i diritti degli animali: tutti, giustamente, rivendicano diritti.
Anche nel franchising si parla molto di diritti: sempre e solo quelli degli affiliati, naturalmente.
Che sono sacrosanti, ci mancherebbe altro! Ma l’Italia è ormai, soprattutto, il Paese dei “dritti”.
I furbetti, quelli che conoscono tutte le scorciatoie, che sentono di avere tutti i diritti, compresi quelli divini e nessun dovere.
Ecco perché l’Italia è anche il Paese dei “rovesci”. Tutto va a gambe all’aria, perché troppi cercano la via più facile e meno faticosa, nessuno sente il bisogno di impegnarsi per far funzionare le cose come dovrebbero.
Manca il senso della responsabilità, oltre a quello del dovere.
Ma torniamo al nostro franchising.
Se firmi un contratto di franchising, caro affiliato, ti conquisti certamente dei diritti: sfruttare un marchio, ricevere formazione, assistenza, consulenza, supporto, buoni prodotti e servizi, pubblicità… Ma, contemporaneamente, ti assumi delle precise responsabilità e degli importanti doveri nei confronti dell’affiliante e di tutti gli altri affiliati: investire il denaro che serve, impegnarti per far funzionare l’attività, seguire fedelmente un metodo, fare gioco di squadra, proteggere il marchio e il sistema di cui fai parte…
La morale
A ogni franchisee, tutti i doveri, insieme a tutti i diritti! Nel franchising: meno dritti per evitare i rovesci!
dal Manuale del Frankenstein,
di Saverio Savelloni, ed. Fasullo