Estero: le catene Confimprese aprono 300 negozi

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L’osservatorio sul franchising e il retail a cura di Confimprese.

Piace il made in italy declinato secondo la formula franchising

Il franchising funziona anche Oltreconfine, dove le catene associate a Confimprese prevedono circa 300 aperture.

Il Made in Italy da esportazione piace soprattutto se declinato sotto l’egida del franchising, la cui politica di rischio condivisa rappresenta un’ottima opportunità anche per le catene di dimensioni più piccole, quelle che hanno in Italia anche solo una ventina di punti vendita.

Insomma, consolidamento del business in Italia, formula testata, prodotto Made in Italy e buon rapporto qualità/prezzo sono le basi per azzardare lo sbarco sui mercati esteri.

Anche per le Pmi e per le aziende giovani, che hanno non più di 20 anni di vita, tanto che nei piani di apertura di nuovi negozi in arrivo quest’anno, accanto ai marchi premium come Ecornaturasì, Camomilla Italia o Yamamay, troviamo anche Cigierre,

La Piadineria, Nau!, Primadonna, che hanno un numero inferiore di punti vendita in Italia, ma sono in forte crescita all’estero. Le categorie maggiormente attive sono abbigliamento e ristorazione.

Tanti i Paesi interessati: Russia, Arabia Saudita, Cina, Usa, Polonia, Romania, Croazia così come Francia e Germania.

Oltre il 30% degli associati ha sviluppato strategie di internazionalizzazione in Paesi come Arabia Saudita, Corea del Nord, Russia, Cina.

Anche gli Stati Uniti sono un ottimo mercato di sbocco per i nostri franchisor, che potrebbero sfruttare le condizioni economiche favorevoli: sia i costi di trasporto in dogana sia quelli degli stipendi sono inferiori del 10-15% rispetto all’Italia.

Si tratta di fattori incentivanti per le imprese, che possono esportare il meglio del Made in Italy in categorie attualmente in espansione negli Usa quali la cura casa, l’istruzione per giovani, le attività ricreative, l’oggettistica casa.