Potrà sembrare banale, ma, specie nel mondo del franchising, quando si parla di affari è meglio lasciare a casa i pregiudizi e stare attenti ai dettagli.
Angelo Ricotti è uno che non si fida neanche della sua ombra.
Conoscendone le attitudini, il suo più stretto conoscente (per lui amico è una parola grossa…) gli ha suggerito di avviare un negozio della Spioncino, noto marchio ticinese di porte e sistemi di sicurezza.
L’idea non gli è dispiaciuta e così ci ha pensato su quei sette-otto anni. Ha fatto i conti, decine di business plan, centinaia di preventivi, migliaia di indagini di mercato e, naturalmente, prima di decidersi a firmare il contratto di franchising, lo ha fatto analizzare da tutti.
Dal ragioniere al commercialista, dall’avvocato all’idraulico, al lattaio.
Nando Bozzoluto invece è convinto di saper riconoscere subito le persone.
Quando il promotore gli ha detto che c’era da fare soldi con quel business (perché la gente ormai ha così paura di tutto che sta sempre rinchiusa in casa con l’allarme collegato e fa marmorizzare il gatto per paura che lo faccia scattare inavvertitamente…), lui ha capito subito di potersi fidare.
Quello ha pure tentato di fargli leggere il contratto. Ma Nando non ne ha voluto sapere. Per lui quel tipo lì che veniva dal profondo Nord e al posto della biro teneva il coltellino svizzero nel taschino era uno giusto…
Ricotti da sette anni è affiliato Spioncino. L’attività va a gonfie vele ed è persino riuscito a vendere cinque porte superblindate per la cuccia di un cane…
Bozzoluto invece non ha neanche aperto l’attività! Lo svizzero lì non gli aveva mica spiegato che nel franchising i soldi per il business li deve mettere l’affiliato…
Così, dopo avergli sfilato 10mila euro di anticipo, gli ha fatto causa e l’ha pure vinta!
MORALE: Anche se ci si fida completamente di chi ci propone qualcosa, non bisogna mai dimenticarsi di verificare tutto fino in fondo!