Rapporto Assofranchising 2022: quanto vale il franchising in Italia 

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Il franchising in Italia è destinato a crescere: questa è la fotografia scattata da Nomisma, società di consulenza aziendale e strategica, ricavata dal Rapporto Assofranchising Italia 2022, nominato Strutture, Tendenze e Scenari. 

Il report conferma infatti che, nonostante l’emergenza sanitaria, questo mercato vale 28,8 miliardi di euro in Italia, ossia l’1,6% del Pil. Si registra dunque un trend positivo, sia rispetto al 2020 che, in alcuni casi, ai livelli pre-pandemia.

Un importante incremento del giro d’affari

Nell’ultimo anno, questo settore ha registrato un aumento del 6,7% di fatturato, del 78% di insegne operative, e di 2679 nuovi punti vendita (+4,7%).

Le cause che hanno portato ad una simile crescita sono da ricondurre sicuramente alla ripresa del mercato, insieme alla riapertura di punti di vendita chiusi nel 2020 e al miglioramento del clima di fiducia dei consumatori. 

Oltre a queste, si aggiungono il fenomeno della Great Resignation ed un forte desiderio di imprenditorialità di chi, tra il 2020 e il 2021, ha dovuto modificare la sua situazione lavorativa. In questo scenario il franchising rappresenta dunque un luogo di confronto sicuro, dove poter fare squadra anche nei momenti di estrema difficoltà.  

Secondo Nomisma, anche le previsioni di fatturato per il 2022 dei punti vendita in franchising saranno positive: ha rilevato infatti una media del +3,6%, trainata dal settore del beauty (+7,5%) e della casa (+7,3%).

Il franchising in Italia: le caratteristiche principali

I dati evidenziano anche la distribuzione del franchising in Italia e in quali categorie è maggiormente presente.

Il Nord Ovest si attesta al primo posto per numero di Franchisor: il primato è della Lombardia con 9.781 (16%), seguita da Lazio con 6.562 (11%), Sicilia con 5.325 (9%), Campania con 4.735 (8%) e Piemonte con 4.638 (8%).

Il settore merceologico più rappresentato è quello dei servizi (27%) seguito da abbigliamento (25%), GDO (14%), commercio specializzato (13%), ristorazione (8%), beauty (7%) e casa (4%).

In particolare, la GDO rappresenta uno dei reparti più performanti, in crescita di due punti percentuali rispetto al 2020.

Se da un lato l’apertura di nuovi punti vendita ha aumentato del 4,7% gli occupati del settore, dall’altro, le attività già attive hanno provveduto ad un’ottimizzazione dell’organico nel punto vendita

L’identikit del franchisee

Nel 2021, la percentuale di presenza femminile nei franchisee si attesta al 43%, quota in aumento rispetto agli anni precedenti e, soprattutto, al dato nazionale delle imprese a conduzione femminile, pari al 22%. Un dato importante, che testimonia come la formula del franchising risulti sempre più attrattiva per le donne che scelgono l’autoimpiego. 

Nonostante questo aumento, i franchisee continuano ad essere in maggioranza figure maschili, anche se, rispetto all’anno precedente, il numero diminuisce del 5%. 

Nella maggior parte dei casi, la fascia d’età principale include il range tra i 36 e i 45 anni (59% tra gli uomini e 61% tra le donne). Molto bassa, invece, la percentuale dei giovanissimi, con età compresa tra i 18 e i 24 anni (uomini 2% donne 3%). 

Le competenze maggiormente richieste considerano principalmente le soft skills nella gestione delle relazioni interpersonali, la capacità di sales management e l’esperienza pregressa nello stesso settore.

Nonostante l’investimento medio per avviare l’attività negli ultimi 5 anni sia aumentato a 71 mila euro, secondo un sondaggio svolto tra gli affiliati, la scelta dell’avvio di un franchising è determinata da: assistenza, formazione e gestione semplificata, minori rischi rispetto ad un’impresa individuale e reputazione del marchio.

Innovazione tecnologica 

Lo studio ha anche approfondito l’utilizzo della tecnologia all’interno del franchising. Se il 52% degli intervistati aveva già attivo un proprio e-commerce prima del 2020, con l’avvento della pandemia, tra il 2020 e il 2021, altre attività hanno deciso di utilizzarlo come ulteriore canale di vendita. Una scelta premiata dai consumatori, in quanto il fatturato derivante dal canale e-commerce ha rilevato una considerevole crescita nel 2021. 

Favorire un approccio omnicanale tra negozio fisico e online, tuttavia, non è un obiettivo semplice. Alcune problematiche derivano dalla presenza di prodotti che si prestano poco alla vendita online, oltre alla paura che la vendita online eclissi un importante punto di forza del retail fisico, ovvero il servizio di consulenza e il rischio di cannibalizzazione delle vendite con i franchisee. 

Questo però non scoraggia gli operatori del settore, che continuano a puntare sull’innovazione tecnologica: l’83% degli intervistati investirà infatti in digital technology nel prossimo triennio, in modo da supportare la rete affiliata.

Previsioni per il futuro del franchising

Secondo Luca Dondi, Amministratore Delegato di Nomisma, il franchising rappresenta in questo scenario economico un modello che continua a crescere sia a livello nazionale, che internazionale, definendo un articolato portafoglio “standardizzato” di prodotti e servizi, nonché una più ampia arena competitiva. 

Il successo dipenderà dall’attrattività dei territori e da un’accurata analisi dei bisogni dei consumatori e delle esperienze ricercate, anche attraverso la tecnologia.