La situazione geopolitica preoccupa ma non ferma l’espansione internazionale, segnali positivi e sostegni finanziari per chi vuole fare impresa all’estero.
Conflitti, rincari energetici, nuove strategie economiche, equilibri instabili, tentativi diplomatici: che impatto ha la situazione geopolitica sui progetti di aperture all’estero delle catene retail? Pesante, almeno nel sentiment dei soci di Confimprese, associazione che riunisce in Italia catene dirette e in franchising (la metà del totale), 450 marchi commerciali, 90.000 punti vendita, che occupano 800.000 addetti.
L’81% delle aziende ritiene che le vicende internazionali abbiano avuto un impatto significativo. Lo pensa la totalità del settore “altro retail”, l’84% di quello “abbigliamento-accessori” e il 66% della ristorazione. Il dato è emerso nel Rapporto Estero 2023, rilevazione annuale svolta dal Centro Studi Retail Confimprese, in collaborazione con Global Strategy, sull’internazionalizzazione delle aziende italiane e sui piani di sviluppo stimati per l’anno in corso. Ma il settore non ha perso la sua spinta propulsiva.
Ecco alcune indicazioni positive e segnali di sviluppo:
Nuove aperture
Nel corso del 2023 le aziende associate prevedono una buona dinamicità nella gestione della rete commerciale, trasversale su tutti i macrosettori. Si stima che apriranno 2400 nuovi punti vendita, di cui 1390 diretti e 750 in franchising, a fronte di 260 punti vendita chiusi.
Master franchising
Cresce la formula della creazione di reti all’estero tramite un’azienda master (anche se è ancora marginale questa modalità), in particolare modo per i settori di abbigliamento-accessori e ristorazione.
Location europee
Torna la voglia di Europa. Il 50% delle aziende indica la Francia come principale paese di destinazione. Il 42% di retailer aprirà in Grecia, Spagna, Polonia e Balcani. C’è anche un 17% interessato alla Cina.
Sostegni finanziari
«Le stime per il 2023 fotografano un’Italia che cresce e che punta all’estero come mercato di sbocco per conquistare quote di mercato, in Europa e nel resto del mondo, dove permane l’interesse per i prodotti iconici del made in Italy», ha commentato Mario Resca, presidente Confimprese. «Apprezziamo che i prestiti Sace (società assicurativo-finanziaria italiana specializzata nel sostegno alle imprese e al tessuto economico nazionale, controllata da Cassa Depositi e Prestiti Spa, ndr) siano stati prolungati fino a dicembre 2023, per permettere alle imprese di ottenere liquidità in tempi brevi garantendo continuità alla loro operatività. È importante l’azione di supporto del nostro sistema Paese per rispondere all’urgenza del momento e rafforzare il posizionamento strategico del Made in Italy sui mercati di domani».