Sarà lanciata a giugno Green Jim, un nuovo format di centri fitness nato da un’idea del founder Claudio D’Alessio, insieme al cofounder Antonio De Angelis. «Si tratta di centri completamente automatizzati, green e con un approccio inedito alla privacy» esordisce il Ceo D’Alessio.
«Non esiste un abbonamento, ma solo una App con cui prenotare il proprio allenamento nel centro e nell’orario desiderato».
Le prime aperture, a lotti di 10-15 centri, sono previste a Roma, Napoli e Milano: «Nei primi 3 anni prevediamo di aprire 100 centri direzionali in Italia, per poi partire con la rete franchising» spiega l’imprenditore. «L’obiettivo è andare anche all’estero, puntiamo a Cina, Europa e Stati Uniti. In questi Paesi prevediamo di iniziare con la rete franchising già dal primo anno».
Chi sei e cosa ti ha portato a ideare questo format?
«Ho 34 anni e sono imprenditore da sempre. A 19 anni sono diventato papà e così ho dovuto lasciare l’università, studiavo lingue. Ho iniziato dal tessile, ma poi ho lavorato in diversi settori, per 3 anni mi sono trasferito in Cina. Sono stato sempre legato al mondo di incubatori e startup, il focus è sempre stato sull’automazione delle attività che ho seguito.
Inoltre, sono uno sportivo: la mia vita lavorativa mi ha portato a frequentare numerosi
centri fitness in giro per il mondo e ho quindi conosciuto e assorbito molti aspetti del settore, un ambiente che mi ha sempre affascinato per la sua capacità di attrarre le persone. Studiando i numeri, ho scoperto che nel mondo il volume d’affari generato dal fitness è pari a 100 miliardi di dollari. E così, due anni fa, prima della pandemia, ho iniziato a lavorare a un progetto innovativo».
Perché è innovativo?
«Per diversi aspetti: per prima cosa perché non ci sono abbonamenti, ma si paga la frequenza in sala con una tariffa a consumo. Il listino prezzi, a seconda dell’ubicazione del centro, sarà di circa 10-15 euro all’ora. Un altro aspetto caratterizzante è la personalizzazione dell’ambiente: tramite la nostra App il cliente potrà decidere che musica ascoltare, a che temperatura allenarsi, con quale illuminazione. Ogni cliente avrà, inoltre, uno spogliatoio assegnato con codice al momento della prenotazione. I nostri sono centri piccoli, di circa 150 mq, e consentono l’accesso contemporaneo di 3-4 persone al massimo in un ambiente perfettamente attrezzato: abbiamo infatti una partnership con Technogym seguita dalla nostra product manager Mara Zanini».
Perché la parola green nell’insegna?
«Perché i nostri centri sono caratterizzati dall’impiego di materiali sostenibili, bambù, pannelli di cellulosa, tutti certificati. I nostri spazi sono stati progettati grazie alla collaborazione dello studio di Delogu Architecture, che ha una grande esperienza proprio nell’automazione e nella sostenibilità. Hanno lavorato con noi diversi team: uno dedicato al’IOT, un altro alla cyber-security, un altro ancora allo sviluppo software. Inoltre collaboriamo con una startup che opera nel settore delle nanotecnologie: grazie al loro supporto nei nostri centri possiamo abbattere agenti patogeni e cattivi odori. E, tramite la nostra App, i nostri clienti potranno monitorare la qualità dell’aria».
Quali le opzioni di allenamento per chi frequenterà i vostri centri?
«Si potranno fare allenamenti individuali utilizzando tutta l’attrezzatura disponibile, oppure invitare amici, colleghi o il proprio partner per allenarsi in compagnia. Inoltre, gratuitamente, diamo la possibilità di far accedere i personal trainer: sarà il cliente a pagarli, noi non tratteniamo nulla. Penso che si tratti di un’opportunità importante per la comunità di operatori del settore che, solo in Italia, conta oltre 150mila professionisti. Gli stessi personal trainer
potrebbero scegliere anche di entrare nella nostra rete, aprendo un proprio centro».
Dove sorgeranno i centri e quali i criteri di affiliazione?
«I centri sorgeranno nei centri urbani e siamo in fase di test nei campus universitari. In particolare, stiamo dialogando con la Federico II di Napoli e con il Campus dell’Università degli Studi di Salerno a Fisciano. Si potranno affiliare al nostro brand anche imprenditori senza esperienza nel settore: a parte le operazioni di pulizia e sanificazione del centro, abbiamo azzerato la presenza di personale, la gestione può avvenire da remoto. Sarà quindi un percorso classico di franchising, con una fee annuale e il supporto da parte nostra per tutti gli aspetti dell’attività».
Che riscontri avete raccolto finora?
«Il progetto è stato valutato 30 milioni di euro, una parte è già stata raccolta. Hanno creduto in noi alcuni investitori, tra cui Airfire, che produce attrezzatura per la sicurezza sul lavoro, i fondatori di Ambienta, l’Ad di Triboo Riccardo Monti con il quale stiamo lavorando con dei fondi venture capital. Infine abbiamo avuto esito positivo nella partecipazione al bando per le startup innovative della Regione Campania. Le premesse per un’impresa di successo, ci sono tutte».
INFO: greenjim.it, info@greenjim.it