Hai voluto la bici?

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Ovvero quando ci sono affiliati che dimenticano di essere degli imprenditori e rifiutano di assumersi le responsabilità che questo ruolo prevede.

“Peda Lando” è il nome di una catena in franchising nel settore della produzione di energia. Il suo fondatore, Lando (appunto …) Borracci è un ingegnere, appassionato di ciclismo, che ha creato un’attività semplice ma redditizia.

Si può svolgere da casa, con il solo ausilio di una bicicletta su rulli e di una dinamo superpotente, in grado di generare energia elettrica, che poi viene venduta sul mercato libero.

Centinaia di appassionati si sono ormai trasformati in centrali elettriche casalinghe.

C’è chi ha messo sulla bici anche la moglie, la mamma, le nonne, gli zii, i nipoti e i parenti alla lontana, con buona salute (a parte qualche infarto tra gli over 80 e numerosi attacchi di crampi) e ricchezza di tutti.

Ma tra tutte le soddisfazioni che gli derivano da questo business, il cruccio del Borracci è rappresentato dal suo affiliato più petulante, Ciro Melameno. Dei circa 350 imprenditori coinvolti, Ciro è l’unico a ottenere scarsi risultati.

Un giorno è per il sellino scomodo, un altro per i pedali storti, un terzo per la catena lenta… Sta di fatto che più che in bici, Ciro passa il suo tempo al computer, inondando di e-mail lamentose la sede della Peda Lando.

Dopo aver criticato il peso della dinamo, la scarsa ergonomia della bici e il rumore dei rulli, che deconcentra l’operatore, Ciro ha scoperto che i cinque minuti al giorno che passa sulla bici non lo hanno ancora reso milionario.

Ha così deciso di chiedere la rescissione del contratto e i danni al franchisor.

La risposta del Borracci, tramite il suo legale, non si è fatta attendere: “Ciro, hai voluto la bicicletta? E allora pedala!”.

MORALE: Anche nelle migliori reti ci sono i Ciro, falsi imprenditori sempre pronti scaricare ogni colpa sull’affiliante, sul progetto, sul mondo e… sulla bicicletta!