La parola all’affiliato
Gionathan Leccese. Franchising Studio Professional AM a Reggio Emilia.
Un giovane imprenditore napoletano, colpito dalle opportunità del “multiservice”, sta costruendo il suo futuro con il supporto di un’azienda che crede nei suoi affiliati.
C’è qualcosa di più del semplice entusiasmo per una nuova avventura in Gionathan Leccese, da pochi mesi titolare di un’agenzia Studio Professional AM a Reggio Emilia.
Napoletano doc, 29 anni, si è trasferito nella città emiliana per motivi familiari e qui sta costruendo il suo futuro. È proprio in ambito familiare che Gionathan ha anche le sue radici professionali.
«Mi sono sempre occupato di servizi, lavorando nell’attività dello studio di amministrazione condominiale che mio padre conduce a Napoli da oltre 30 anni. Quando sono arrivato a Reggio, l’idea iniziale era di avviare uno studio simile a quello di mio padre, mettendo a frutto tutta l’esperienza che vi avevo maturato, ma presto mi sono reso conto che le cose qui funzionano in modo radicalmente diverso rispetto alla mia città natale, nel senso che questo tipo di lavoro viene per la gran parte svolto da strutture più organizzate in senso societario e aziendale, più orientate a una tipologia multiservizi che da noi è molto difficile trovare».
E ne ha subito il fascino… «Proprio così. E non solo in termini puramente lavorativi, mi è sembrato un approccio interessante anche come scelta di vita, un modo di non fossilizzarsi in un solo settore che apriva un ventaglio più ampio di opportunità».
Ma perché proprio la scelta della formula in franchising?
«Per due motivi fondamentali. Il primo è che un’attività multiservizi richiede, per forza di cose, anche di possedere “multicompetenze”. Una caratteristica che solo un progetto di franchising specificamente studiato è in grado di mettere in campo.La seconda riguarda invece l’aspetto economico. I costi di avviamento di una realtà multiservice non sono proprio alla portata di tutti e c’era quindi anche la necessità di trovare qualcosa che non fosse eccessivamente oneroso. Sulla base di queste considerazioni ci siamo chiesti se fosse presente sul mercato una proposta in franchising e, con nostra sorpresa, ne abbiamo trovata più di una».
A questo punto la domanda è d’obbligo: perché proprio Studio Professional AM?
«Di nuovo, per più di un motivo. Primo fra tutti, il ventaglio di servizi. Le aree di intervento principali sono infatti quattro: si va dalla patrocinazione stragiudiziale nel campo dell’infortunistica all’intermediazione finanziaria, cui si aggiungono i servizi agli stranieri e le energie rinnovabili. Proprio la presenza di queste ultime, che mi piacciono molto e considero uno dei business più attuali, è stata tra i fattori decisivi. Ma il colpo finale è stato l’incontro con il presidente dell’azienda, che mi ha molto colpito per competenza, disponibilità ed entusiasmo che mette in campo. Una specie di “colpo di fulmine”, una sintonia molto vicina alla affinità elettive».
Quale di queste quattro aree vi sta dando le maggiori soddisfazioni?
«Premesso che sono tutte importanti allo stesso modo, forse le mie inclinazioni personali, ripeto, mi fanno propendere per le energie rinnovabili. Un settore che considero potenziale motore per la ripresa economica, ma solo per aziende qualificate e competenti. C’è un sacco di gente improvvisata che ci si sta buttando. Anche i servizi agli stranieri danno interessanti soddisfazioni. Negli altri due settori stiamo, in realtà, affrontando qualche problema, derivante dalle difficoltà generali del sistema del credito e dalle resistenze opposte dagli istituti di credito a erogare finanziamenti. Nel caso delle patrocinazioni stragiudiziali, invece, c’è stato un recente cambio di normative che, di fatto ha dato molta più forza alle assicurazioni. In ogni caso nulla che, grazie alla continua e competente assistenza che riceviamo dalla casa madre, non sia affrontabile».
Comunque il vostro non è proprio un lavoro facilissimo. Che consiglio darebbe a un nuovo potenziale affiliato?
«Chiunque può affiliarsi al nostro network, ma non deve partire puntando al “guadagno facile”. Nel nostro caso servono competenze in vari campi, ma, ripeto, il supporto dell’azienda e del suo presidente, sempre presente in prima persona, consentono di affrontare tutto. Un consiglio? Essere aperti e realisti e mettere in conto che ci vuole pazienza, costanza e voglia di imparare».
Tre note positive sul franchisor
- Interessante diversificazione dei campi di attività
- Investimento contenuto
- Massima disponibilità dell’azienda nei confronti dell’affiliato
Nota critica
- Qualche difficoltà in ambito infortunistico e di intermediazione finanziaria.
La parola al franchisor
Adriano Motta, amministratore The Dream, titolare marchio Studio Professional AM.
Voglio ringraziare Gionathan, che è stato uno dei primi a sposare il nostro progetto e diventare nostro affiliato.
Grazie all’esperienza che aveva già maturato sul campo in termini di approccio col cliente, attitudini e competenze acquisite nello studio del padre a Napoli, lo abbiamo scelto come rappresentante nella zona di Reggio Emilia.
Ricopre, difatti, un ruolo di fondamentale importanza, quello di manager regionale, il cui compito è quello, oltre che di rappresentarci, di occuparsi dello sviluppo commerciale creando le convenzioni necessarie per poter lavorare.
Così facendo è lui a gestire le reti con i collaboratori esterni e a dare consulenza e supporto agli altri punti vendita presenti nell’area.
La nostra è un’azienda giovane che nasce nel maggio 2010 dando origine, qualche mese dopo, al marchio Studio Professional AM. Il franchising nasce dall’idea di realizzare un ufficio multiservice all’americana, con più figure professionali al suo interno.
Il franchising, tramite un corso di formazione, il supporto di un’équipe specializzata in ogni settore, consulenza gratuita, l’accesso all’area riservata del sito, l’allestimento del punto, mette il franchisee nella condizione di poter lavorare in piena libertà.
Ringrazio ancora Gionathan per i suggerimenti e per quanto riguarda il settore infortunistica stradale voglio rassicurarlo, sottolineando che di recente l’Uni (Ente nazionale di unificazione italiana) ha qualificato tra le professioni “senza albo” la figura del patrocinatore stragiudiziale mediante l’individuazione dei requisiti di conoscenza, abilità e competenza.
Per quanto concerne, invece, il settore finanziario, tramite l’iscrizione all’Oam sarà possibile operare a 360 gradi.
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