A scuola di franchising
Nel meraviglioso mondo del “Frankestain” girano molti fenomeni, almeno a parole.
Fantastici quelli per cui il denaro non è un problema… ma una tragedia!
Ci sono certi candidati all’affiliazione che, da come si presentano, pensi di avere a che fare con delle vie di mezzo tra Paperon de’ Paperoni e uno dei Supereroi.
«Ah, ma io non sono mica di quelli che cercano il franchising perché sono disoccupati. Sa, io sono stato mega vice super internal director account alla Young, Still, Nash e Crosby, e, dopo una breve e intensa esperienza, mi ha catturato un empty head hunter che mi ha quasi costretto ad accettare l’incarico di senior supervisor maddeché alla ButGoToDie Killed Worldwide…».
A quel punto quasi ti vergogni di aver parlato di vile denaro, di quelle modeste cifre che il franchisor chiede come diritto d’entrata.
Così gli parli della franchise e gli dai tutte, ma proprio tutte le informazioni che servono, comprese quelle che riguardano gli investimenti da fare.
È a questo punto che, zac, esce la fatidica frase: «Ah, ma i soldi non sono un problema!».
Quando la senti, ti si accendono tutti i campanelli d’allarme… Ti viene una pesantezza lì, sotto la cintura e sopra le ginocchia.
Perché i soldi sono un sempre un problema, se stai parlando di affari!
Così gli fissi un finto appuntamento per la firma del contratto, giusto per farli contenti e ben sapendo come va a finire… Infatti la sera prima del giorno fatidico, guarda caso, gli muore il gatto, s’azzoppa la nonna, gli rubano l’automobile, esplode il telefonino facendo il nostro numero di telefono e così, ferendo un passante, sono costretti a passare il giorno dopo in Questura anzi, devono andare in prigione senza passare dal via…
La morale
Per certa gente i soldi sono sempre l’ultimo dei problemi… Specialmente se non ci sono o sono quelli degli altri!
dal Manuale del Frankenstein,
di Saverio Savelloni, ed. Fasullo