Il progetto? L’ho già preparato io

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A scuola di franchising

Anche il mondo del franchising pullula di personaggi “nati imparati”, che al grido di “Tanto, che ci vuole?” considerano inutile affidarsi a un esperto.

Se io mi occupassi di costruire case, le cose, nel bene o nel male, sarebbero chiare.

Il progetto lo farebbero l’architetto e l’ingegnere o il geometra, ciascuno per la sua parte.

Il muratore farebbe i suoi muri, il serramentista porte e finestre, l’idraulico e l’elettricista ciò che li riguarda… Nel meraviglioso mondo del “frankestain”, dove lavoro come consulente, tutto si complica.

Da noi arriva il cliente e ti dice che il progetto di franchising l’ha già fatto: il suo commercialista ha redatto il contratto, l’avvocato il business plan, i manuali li ha messi a punto il portinaio, marchio e logo li ha creati l’idraulico, stufo di montare cessi.

A che serve fare uno studio di fattibilità? Assolutamente a nulla perchè il titolare, noto esperto di franchising, giura sulla testa del figlio che il progetto è fattibile.

Perchè pagare quell’idiota del consulente, correndo il rischio di scoprire il modo per mettere sul mercato un buon sistema di franchising… Ma proprio per non rischiare di fare le cose per bene, meglio non affidare al consulente la realizzazione dei manuali: lui che ne ha già fatti altri potrebbe farli bene, mentre per il successo dell’iniziativa è fondamentale improvvisare, organizzando l’“ora del dilettante”.

No, al cliente serve quello che sa “trovare gli affiliati”, possibilmente vagando tra i marciapiedi delle città e ovviamente lavorando a risultato: “se catturi cammello, io dare te moneta”.

Tecnicamente questo lavoro lo fanno persone definite “promotori sviluppo franchising”, ma il cliente non lo sa e comunque, chissenefrega! Lui il progetto l’ha già fatto!

La morale

Il franchising, come tutti gli strumenti utili, delicati e importanti, va “maneggiato con cura”.

Lasciate che sia un esperto a farlo!

dal Manuale del Frankenstein, 
di Saverio Savelloni, ed. Fasullo