Non bastano un imprenditore spregiudicato, un prodotto qualsiasi e quattro idee messe insieme alla meno peggio per fare un franchising.
Arturo Bianchina è uno di quegli imprenditori del Nord-Est italico convinto di avere avuto dalla nascita, lui solo, l’illuminazione celeste dal “dio della fabbrica”.
La sua presunzione lo rende allergico a chiunque manifesti un solo pensiero diverso dal suo ma, soprattutto, lo fa sentire superiore a ogni regola dell’economia, nonché alla maggior parte delle leggi del Belpaese.
Nel pieno del suo delirio di onnipotenza si è imbattuto nel franchising e ha subito identificato in questa povera e bistrattata formuletta lo strumento perfetto di diffusione dei suoi sofisticati macchinari, capaci di trasformare l’ossigeno e l’anidride carbonica presenti naturalmente nell’atmosfera in un prodotto di straordinario appeal per il grande pubblico: “CO2-Fried Air-Your Perfect Air” (CO2-Aria fritta-La tua aria perfetta).
Il simbolo creato per l’occasione è una molecolina che si libra da una padella.
Bianchina sogna il suo brand sulle vetrine di tutte le più prestigiose aree di shopping del mondo.
Ben presto nella sua agile mente il “franchising” si è trasformato in “frankestain” e il pensiero si è fatto azione. In pochi giorni i suoi funzionari interni, tutti rigorosamente inginocchiati ai suoi piedi, hanno cominciato a sfornare la documentazione per il lancio.
Fa niente se i leccapiedi sono dilettanti allo sbaraglio e il progetto l’hanno dovuto inventare saccheggiando qualche ideuzza a destra e a manca! Fa niente se non hanno fatto nessuna sperimentazione del sistema! Ciò che conta è che la fabbrica sia pronta a produrre e che il Bianchina sia messo in condizione di sfoderare le sue qualità di imbonitore…
MORALE: Laddove il know-how diventa “noaut” e le royalty si trasformano in “rotarys”, continuano ad aggirarsi personaggi che credono di poter creare un franchising con quattro scartoffie e tanta… aria fritta!