Immagine e sostanza

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La parola all’affiliato. Un franchisee si racconta: sogni, progetti, aspettative e difficoltà per realizzare un’impresa in affiliazione. Pietro Riillo franchising No+Vello a Firenze.

Dal mercato pubblicitario all’apertura di un centro estetico. Una svolta che gestisce con successo grazie anche alla sua capacità di utilizzare i mezzi di comunicazione.

Quando si avvia un’attività rivolta al pubblico, una certa esperienza di marketing non è tutto, ma aiuta parecchio.

Potrebbe essere questo il sunto della storia imprenditoriale di Pietro Riillo, calabrese, 38 anni, oggi felicemente titolare a Firenze di un centro del network No+Vello, uno dei più diffusi marchi specializzati in fotoepilazione ed estetica. Il centro si trova in viale Europa 174, a poca distanza dal casello autostradale di Firenze Sud.

Dalla vendita di pubblicità all’estetica.

Un bel salto, non le pare? «Dopo la laurea in economia aziendale conseguita a Milano e un master in marketing ed economia pubblicitaria ho lavorato per diversi anni come agente presso importanti concessionarie di pubblicità del capoluogo lombardo, operando principalmente in campo radiofonico.

Un lavoro che mi ha dato anche notevoli soddisfazioni, ma nel quale non potevo esprimere appieno la mia vocazione imprenditoriale, poi avevo anche voglia di cambiare aria, di cambiare vita».

Ma perché proprio il settore estetico?

«È un campo che mi ha sempre affascinato. Tuttavia, in un momento difficile come questo, secondo me, investire significa “gestire la paura”, calcolando il rischio al meglio possibile.

Così ho riversato la mia esperienza di marketing nella ricerca di un mercato che mi offrisse anche le migliori potenzialità concrete. Dopo una pausa sabbatica di un anno, ho compreso che l’estetica faceva al caso mio: un settore in crescita nonostante la crisi, perché molti, e non solo donne, piuttosto risparmiano su altre cose, ma non nella cura del proprio aspetto».

Dopodiché si è trattato solo di orientarsi e scegliere il marchio giusto.

«Proprio così. Anche in questa direzione non mi sono certo risparmiato e ho confrontato, anche attraverso incontri diretti, le varie proposte che avevo individuato con le mie ricerche».

Risultato, la scelta di No+Vello.

Cosa l’ha convinta? «Il primo aspetto che mi ha colpito è stato quello legato all’immagine. Un marchio ben studiato ed efficace, un gradevole layout dei centri e dai colori azzeccati. Insomma, un’immagine da leader.

Si vedeva che non era una cosa improvvisata, ma elaborata da professionisti esperti. Poi, fondamentale, la scelta della tariffa unica a zona.

Oggi copiata da molti, è una formula, all’epoca rivoluzionaria per il settore, che si è rivelata vincente, perché ha aperto a tutti la possibilità di accedere a trattamenti che prima erano riservati solo a una clientela con elevate disponibilità economiche.

Per non parlare del livello qualitativo delle attrezzature. Infine, non ultime, le persone coinvolte, dal direttore generale alla responsabile di zona, che mi sono apparse, e i fatti lo hanno confermato, serie e preparate, oltre che molto disponibili a venire incontro alle mie esigenze».

Come giudica l’assistenza ricevuta? «Direi eccellente. La formazione copre tutti gli aspetti, da quelli tecnici a quelli gestionali e commerciali. Anche nella scelta della location ho avuto un ottimo supporto, così come nell’assistenza in fase di avviamento».

Dopo oltre un anno dall’apertura, c’è qualche suggerimento che si sentirebbe di dare al franchisor? «Ho solo qualche perplessità sulle scelte riguardanti l’immagine pubblicitaria. Per carità, non che manchino l’attenzione o le idee, anzi, però trovo che il risultato non corrisponda alle aspettative, la creatività si potrebbe migliorare molto».

Quindi si può dire che oggi è soddisfatto della sua scelta? «Certamente. Credo grazie anche alla mia esperienza stiamo facendo un buon lavoro promozionale e il lavoro non manca. Siamo su una media, calcolata in difetto, di 18-20 trattamenti al giorno.

Siamo bene in linea con il business plan, ho due collaboratrici e sta per arrivarne una terza. Ho già firmato un altro contratto e il secondo centro vedrà la luce entro la prossima primavera».

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