La parola all’affiliato. Un franchisee si racconta: sogni, progetti, aspettative e difficoltà per realizzare un’impresa in affiliazione. Alessandro Gallenda
Franchising Mail Boxes Etc. a Milano
Un imprenditore 38enne ha saputo sfruttare con successo la flessibilità e l’alto livello organizzativo di uno dei più noti e diffusi network in franchising internazionali.
Questa volta siamo a Milano, a poche decine di metri da FieraMilano City, la “vecchia” area fieristica cittadina (niente a che fare con Rho ed Expo, per intenderci).
Una zona vivace, ricca di uffici e attività commerciali, ma con vie non prive di una certa eleganza. Su una di queste, via Albani, si affacciano le due vetrine del centro MailBoxes Etc. di Alessandro Gallenda.
«Abbiamo aperto questo centro nel novembre 2012» racconta.
«Volevamo diversificare l’attività di famiglia. La mia famiglia, infatti, si occupa da molto tempo anche di un servizio di consegna a domicilio di quotidiani».
Perché la scelta di Mail Boxes Etc.?
«Come ripeto, sentivamo la necessità di ampliare i nostri orizzonti. La realtà è che la consegna quotidiani è un’attività che non credo garantisca un futuro a lungo termine. Per ora funziona ancora, ma purtroppo la gente legge sempre meno il giornale stampato. Così abbiamo cominciato a guardarci attorno, partendo da due elementi di base: cercare un’attività che in qualche modo fosse affine a quella in cui eravamo esperti e che comunque fosse un franchising, per non partire proprio da soli in un momento così difficile».
Come avete scelto il marchio?
«Abbiamo preso contatti con qualche altra realtà nel settore delle poste private, ma poco soddisfacenti. Quando abbiamo esaminato l’opportunità di Mbe siamo rimasti colpiti dalla sensazione di solidità e di organizzazione professionale, già a partire dal loro sito Web. È bastato compilare un form di richiesta informazioni e nel giro di pochi giorni ci hanno contattati. Diciamo comunque che, in fondo, non abbiamo approfondito più di tanto la ricerca. Siamo partiti da queste sensazioni positive e un po’ ci siamo “buttati”. E i fatti ci stanno dando ragione».
Dopo più di due anni di esperienza quali sono gli aspetti che più la soddisfano?
«A parte il buon andamento del centro, direi prima di tutto il sostegno che ci hanno dato. Anche agli inizi, che sono sempre i più difficili, ci sono stati vicini, incoraggiandoci a contare sulla forza del marchio e, soprattutto, motivandoci a uscire dal negozio per fare attività commerciale. I clienti vanno cercati, specie per noi che puntiamo sui servizi alle aziende, facendo leva sulla qualità e personalizzazione del servizio.
L’ho fatto e i risultati non hanno tardato ad arrivare. Un altro aspetto che ritengo molto interessante è che la gamma dei servizi Mbe è molto ampia e quindi vi è parecchia flessibilità nell’impostazione del centro. C’è chi, come noi, è più vocato alla logistica, mentre altri, per esempio, puntano di più su grafica e stampa, quindi, in un certo senso, c’è libertà di “specializzarsi” sulla base dei propri orientamenti e questo a mio parere aumenta le possibilità di successo. Quanto agli aspetti pratici, che dire? Forniture, supporto, assistenza, formazione, tutto ben organizzato e professionale».
Quindi nessun problema nel rapporto?
«Nessuno. Nonostante le grandi dimensioni del network, ci sentiamo sempre seguiti e appoggiati sotto tutti gli aspetti».
Siete partiti in un momento di crisi. Questo vi ha creato difficoltà?
«Nessuna in particolare. Anzi, direi che per noi che ci occupiamo di servizi ha determinato un vantaggio: c’è stata una certa selezione nei mercati e oggi le aziende in attività sono più solide. Così non abbiamo problemi di insoluti e questo non è un fatto trascurabile».
Visualizza la scheda franchisor di MBE