A scuola di franchising
In Italia c’è una legge chiarissima sul franchising. Eppure si riesce lo stesso a fare confusione, persino sui ruoli professionali di chi vi opera.
Sel mondo del franchising ruoli, funzioni, modalità operative, regole del gioco e consuetudini sono ormai consolidate da quasi un secolo di pratica internazionale.
Nel mondo parallelo del Frankestain italiano i ruoli si inventano, le funzioni si decuplicano, le modalità operative si modificano ogni 10 minuti, le regole del gioco sono fatte per essere infrante, altrimenti che gioco è? In Italia abbiamo persino una bellissima legge, quella sull’affiliazione commerciale.
Ma forse qualcuno crede che l’“affiliazione commerciale” si riferisca al commercio illegale di figli… Prendi ad esempio il responsabile franchising.
Tutti quelli che usano la formula dovrebbero sapere cosa fa, che attitudini e competenze deve avere… Macché! In Italia ci siamo inventati pure i nomi alternativi: direttore commerciale, business developer, business manager, area manager, training & development manager, manager di mia nonna…L’altro giorno stavo facendo appunto le selezioni di un responsabile franchising e si è presentato un manager della telefonia.
Dopo avermi fatto un lungo elenco delle sue competenze ha scoperto che, forse, negli ultimi 10 anni non aveva proprio fatto il responsabile franchising.
«Forse… Ecco… Sì… Lo chiamavano così, ma in realtà era più un responsabile sviluppo franchising… Sì… Perché… Ecco… Gli affiliati in realtà li cura l’account manager che… Ecco… In realtà più che curarli gli vende i prodotti. E poi… In realtà… Ecco… Non è che loro usano proprio contratti di franchising… Sì, è vero che c’è la legge … Ma… Ecco… Li chiamiamo franchising lo stesso…».
La morale
Alcuni addetti ai lavori del nostro bacato mondo del Frankestain, alla vecchia e celebre frase “Lei non sa chi sono io…” forse dovrebbero aggiungere un bel: “…E neanch’io!”.
dal Manuale del Frankenstein,
di Saverio Savelloni, ed. Fasullo