La parola all’affiliato. Un franchisee si racconta: sogni, progetti, aspettative e difficoltà per realizzare un’impresa in affiliazione. Luca Mattei e Marco Cardone iRiparo franchising a Pisa.
Due aspetti decisivi per il successo secondo questo imprenditore, che ha diversificato le sue attività aderendo al network più diffuso nel campo dell’assistenza a smartphone e tablet.
Si dice molto spesso che per lavorare con un franchising “non serve esperienza”.
Nella grande maggioranza dei casi, quando si ha a che fare con un franchisor serio e preparato, ciò corrisponde al vero, grazie alla formazione che viene fornita.
Quello che invece nessuno è in grado di insegnare sono la passione per il proprio lavoro e l’attitudine imprenditoriale. Fattori chiave per il successo di qualsiasi attività e che non mancano a Luca Mattei, 44 anni, titolare, insieme al socio Marco Cardone, di un centro iRiparo a Pisa, in viale Francesco Bonaini 7.
«La nostra società, racconta, gestisce anche un negozio di sigarette elettroniche proprio qui vicino. L’apertura di questo nuovo centro iRiparo è legata soprattutto a una volontà di diversificare. Il nostro marchio di sigarette elettroniche, per fortuna, è uno di quelli che meglio ha sopportato la bufera che si è scatenata a suo tempo su questo settore, ma prudenza e voglia di ampliare i nostri orizzonti di business ci hanno spinto a questo passo».
Per quale ragione avete scelto il settore dell’assistenza agli smartphone?
«Non solo smartphone, precisa, noi abbiamo fatto la scelta di affiancare ai dispositivi mobili in genere anche l’assistenza a Pc e Mac, visto che ormai tutte queste tecnologie sono intimamente connesse tra loro. La scelta deriva prima di tutto da una certa passione che ho sempre avuto per questo campo, ma anche dall’aver osservato come a Pisa non c’era praticamente nulla di questo tipo, a fronte di un grande potenziale di clientela in cerca di risposte adeguate».
Avete aperto nel novembre 2013. Dopo più di un anno di esperienza, quali sono gli aspetti più complessi del vostro lavoro che avete rilevato?
«La parte più difficile è strettamente legata alla velocità con cui si evolve il settore. Escono a ripetizione modelli nuovi, le tecnologie cambiano e per stare al passo bisogna applicarsi parecchio. Per fortuna Marco De Bonis, il nostro tecnico, vera anima del centro, ci mette una passione straordinaria, e i risultati si vedono. Inoltre non manca l’assistenza del franchisor, sempre pronto ad aiutarci quando serve. iRiparo ci ha fornito un’ottima formazione ma, come ripeto, l’evoluzione è talmente rapida che poi l’esperienza diretta sul campo supera presto la teoria».
Un altro aspetto rivelatore della mentalità imprenditoriale di Luca è l’atteggiamento nei confronti della clientela.
«Oggi come oggi, sostiene, non basta più alzare la saracinesca e aspettare che i clienti arrivino. Bisogna darsi da fare e saperseli tenere. Noi abbiamo scelto, con l’aiuto del franchisor, una location ricca di uffici e varie attività, così abbiamo potuto stipulare varie convenzioni con le aziende. Poi bisogna offrire un servizio di qualità e saper venire incontro alle esigenze della clientela, che chiede rapidità di intervento e costi accettabili. Due caratteristiche che con iRiparo non mancano. Un altro aspetto importante, che il franchisor ci ha trasmesso e in noi ha trovato terreno fertile, è la correttezza, l’onesta nei rapporti. Per esempio, se il costo di una riparazione è eccessivo, siamo i primi a farlo presente al cliente».
Punti di forza e punti deboli di iRiparo?
«Prima di tutto, come dicevo, la serietà e la correttezza. Poi la qualità dei ricambi che ci fornisce, che si accompagna anche in genere a prezzi buoni. Anche l’immagine e la comunicazione mi sembrano centrati, specie su scala locale. Forse servirebbe un po’ più di pubblicità nazionale a sostegno del marchio. Ma sono dettagli, la formula a mio parere funziona bene. Un solo dato valga come esempio: dopo un solo anno siamo rientrati dell’investimento e il centro già sta producendo utili».
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