Professione? Boh!

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Anche nel mondo del franchising non si possono improvvisare le competenze.

E non basta un biglietto da visita con scritta una qualifica per fare un professionista.

Nel franchising ci sono figure chiave, ruoli imprescindibili per il successo della rete.

Prendi ad esempio il responsabile franchising o i cosiddetti Raf, responsabili area franchising.

Sono quelli che gestiscono i rapporti tra affiliante e affiliati, persone qualificate con funzioni delicatissime… Nel mondo parallelo, quello del “frankenstein” italiano, invece, accade di tutto. Succede che i ruoli li inventano, dalla sera alla mattina.

Giusto il tempo di stampare un nuovo biglietto da visita… Così, facenti funzioni non ben precisate, compaiono i direttori commerciali, gli area managers, i marketing managers, i whatiknow manager, gli account, i sales directors, i venditori seniors e juniors, i tutors, i capo area, i capomastri, i coltivatori di cavoli a merenda…

Questi poveretti mica sanno cosa devono combinare.

Così s’impicciano di questo e di quello, s’azzuffano tra loro e con gli affiliati, si sovrappongono e si scompongono, soprattutto quando c’è da prendersi una responsabilità. I più simpatici sono quelli che stanno “sul territorio”, a curare i rapporti con gli affiliati.

Si smazzano centinaia di km al giorno, da un affiliato all’altro.

Si bevono un migliaio di caffè all’anno, almeno due per ogni visita. Sono degli eroi. Quello che hanno capito del loro lavoro è che devono ascoltare, sorridere e dare pacche sulle spalle.

C’è chi, per riuscire a resistere, si porta tre thermos di camomilla per pareggiare i caffè bevuti.

Alla fine, dell’assistenza ne hanno bisogno più loro degli affiliati. Assistenza sanitaria, però!

MORALE: Fornire formazione, assistenza, supporto e consulenza agli affiliati è un mestiere che non s’inventa, ma si impara. Serve professionismo per passare, finalmente, dal “frankenstein” al franchising!