Questione di geni

Tempo di lettura: 2 min

Indice

A scuola di franchising

Anche nel franchising gli italiani spesso tendono a mettere in campo il proprio individualismo, che è esattamente il contrario del suo spirito.

L’italiano è convinto che sbagliare da solo sia meglio che far bene in compagnia… L’italiano non è fatto per il gioco di squadra.

È un grande solista, di quelli che prendono la palla in difesa, scartano 11 avversari e, quando sono davanti alla porta vuota, stanchi morti, piuttosto che passarla al compagno smarcato… la tirano fuori.

L’italiano è sempre il più sveglio. Se tu gli dici come si fa una cosa, lui non la fa così come gliel’hai spiegata: la fa meglio, almeno secondo il suo modestissimo parere… L’italiano poi non segue le regole: le interpreta.

Così, appena gli hai finito di dirgli che cosa è vietato, lui ha già trovato cinque modi creativi per superare il divieto.

L’Italiano non si fida neanche della mamma.

Però fa tutto sulla fiducia, compresi i contratti di franchising.

Forse perché ha qualche amico avvocato a cui vuole dare lavoro o forse solo perché è un po’ sentimentale… L’italiano chiede sempre consiglio a tutti. Alla fine non ascolta nessuno, fa solo quello che vuole lui, ma si sente molto aperto e democratico.

L’italiano è molto fedele.

In tutti i campi, anche in quello del franchising: prima di firmare il contratto di solito l’unica cosa che si è fatto spiegare è come passare senza danni alla concorrenza… E poi ha una sola bandiera: no, non è il tricolore, ma è il proprio conto in banca.

L’italiano è sempre più furbo degli altri. Ha capito tutto anche sul franchising, così vuole fare il franchisor, perché così lui detta le regole e quei fessi dei franchisee lavorano per lui e lo fanno guadagnare.

Eh, già, lui ci mette le sue strepitose idee e gli altri cacciano la grana…

La morale

Il franchising è gioco di squadra, rispetto delle regole e degli standard operativi, collaborazione, fedeltà, rispetto dei ruoli e orientamento al risultato comune… Cosa c’è di più geneticamente distante da noi?

dal Manuale del Frankenstein, 
di Saverio Savelloni, ed. Fasullo