A scuola di franchising
Nella bottega del “frankestain” italiano c’è anche chi esagera con le promozioni, confondendo una proposta imprenditoriale con i saldi di fine stagione…
Ho scoperto che il franchising, per certi pseudo-addetti ai lavori, è come un maglioncino della scorsa stagione.
Se lo vendi, prezzi pieni e alle stelle. Se fai fatica, puoi sempre tentare con gli sconti, i saldi, le promozioni.
Sui portali e i giornali del franchising ormai sembra di essere nelle vie della moda alla fine della collezione.
Vuoi due agenzie viaggi al prezzo di una? Oppure: se compri la gelateria ti facciamo il 50% di sconto e magari ti porti a casa anche la gelataia carina…
I negozi di sigarette elettroniche non li vuole più nessuno? Prezzo da stock, allora: con 3.000 euro di diritto d’entrata ti regaliamo anche tutto il Monopolio di Stato…
I più aggressivi strillano slogan da fruttivendola: “Con noi il diritto d’entrata non lo paghi!!!” oppure “Oltre il franchising: zero royalty e zero fee d’ingresso”.
Ancora un po’ e ti danno la mamma come gadget. Come se non fosse chiaro a tutti come funziona il giochino: se non chiedi niente di diritto d’entrata non è che fai beneficenza, semplicemente quei soldi li stai acchiappando da un’altra parte!
Peccato che ogni tanto qualche pollastro ci casca: “tra i due franchisor scelgo quello che costa meno…”.
Come se risparmiare qualche euro sul diritto d’entrata fosse la cosa più importante nella scelta del franchisor!
La morale
Diffidate dai franchisor che fanno sconti o politiche commerciali aggressive.
Il franchising non si vende né al chilo né all’etto: non si vende proprio! I marchi seri sono quelli che informano, consigliano e selezionano il candidato affiliato, arrivando alla firma del contratto solo quando ci sono tutti i requisiti per avviare una collaborazione di successo.
dal Manuale del Frankenstein,
di Saverio Savelloni, ed. Fasullo