No money? Non parti!
Vorrei sapere se è giusto che in questo momento terribile di crisi economica, in cui le banche non concedono credito e i giovani sono senza lavoro, i franchisor chiedano una fideiussione al potenziale franchisee pretendendo che quest’ultimo immobilizzi anche quei pochi soldi liquidi che gli servono per iniziare e mandare avanti la sua attività. Questo modo di agire è venire incontro al franchisee o fregarsene totalmente?
Rita Lobianco
Questa crisi, che è certamente una delle più terribili della storia moderna, indubbiamente toglie spazi ai giovani, sia in termini di occupazione da lavoro dipendente sia di possibilità di successo per iniziative imprenditoriali. Le banche, in gravissima difficoltà di ruolo, di credibilità e di capacità operative, continuano a concedere crediti con il contagocce ed è quindi complicato per tutti, giovani o meno giovani, riuscire a finanziare attività imprenditoriali. Sulle premesse siamo d’accordo. Sul seguito e sulle conclusioni che lei propone, purtroppo, no. Avviare attività imprenditoriali con pochi soldi, oggi, equivale a un suicidio.
E farlo solo per crearsi una occupazione è una cura peggiore del male. Che sia in franchising o meno, per fare impresa servono, oggi più che mai, soldi propri in abbondanza, solide attitudini imprenditoriali, eccellenti competenze. Altrimenti il rischio di fallimento è altissimo. In tutto questo, i franchisor che chiedono una fideiussione non fanno altro che proteggersi e proteggere la propria rete di affiliati già esistenti da iniziative minate già in partenza dalla carenza di risorse economiche. Insomma, se venire incontro al franchisee significa consentire l’affiiazione e l’avvio dell’attività anche a chi ha a malapena i soldi per partire, allora bisogna dire “bravi” ai franchisor che chiedono fideiussioni e che, come dice lei, “se ne fregano”. Con il loro comportamento “rigido”, probabilmente evitano di agevolare iniziative destinate al fallimento e non fanno buttare i soldi dalla finestra a qualche avventato “neo-imprenditore” e per questo andrebbero, anziché accusati, ringraziati.