Sorprese poco gradite… L’esperto di Franchising City risponde
Ho aperto un negozio in franchising da alcuni mesi.
Fino a un mese fa è andato tutto bene, poi il franchisor si è messo in società con altri per l’acquisto di nuovi prodotti, necessari alla mia attività, con l’obiettivo di distribuirli su tutto il territorio nazionale.
Questi prodotti hanno un costo maggiore del 20% rispetto ai precedenti e ciò mi crea grosse difficoltà economiche, in quanto il costo del servizio finale rimane invariato e i miei margini diminuiscono.
Ovviamente il franchisor per il negozio di proprietà compera a un costo minore, mentre a me li rivende comunque a un prezzo molto più alto.
È normale fare questo?
Daniela Mariotti
Quando un’azienda franchisor è in una fase neonatale il candidato affiliato dovrebbe conoscere i pro e i contro di quel tipo di affiliazione.
Tra i pro, solitamente c’è la possibilità di accedere a un’attività a costi più contenuti e a condizioni più favorevoli rispetto a un progetto consolidato.
Tra i contro, c’è che si finisce inevitabilmente per fare “da cavie”, pagando sulla propria pelle tutta l’inesperienza, la mancanza di competenza e di organizzazione del franchisor.
Nel caso specifico, il rapporto con i fornitori è ancora da costruire, così come la rete di franchising.
Non avendo potere contrattuale né economie di scala negli acquisti, il franchisor subisce le condizioni dei fornitori e, conseguentemente, le fa subire all’affiliato.
Che ci sia una differenza tra il prezzo pagato dal franchisor e il prezzo applicato al franchisee è assolutamente normale.
Il franchisor deve ovviamente avere i propri margini di guadagno, se non altro per poter sostenere la propria organizzazione e dare all’affiliato i servizi caratteristici del franchising.
Così come è normale che, se l’affiliante ha un punto vendita di proprietà, i suoi margini siano più alti, potendo partire dal prezzo di acquisto dal fornitore.
In questa situazione l’elemento negativo sta nel fatto che il franchisor non ha calcolato a monte l’impatto di un aumento dei prezzi di acquisto sulla marginalità dell’affiliato e che nemmeno sia corso ai ripari, a valle, applicando sconti o consentendo all’affiliato di garantirsi maggiori margini, con l’aumento di prezzo ai consumatori finali.