Settembre 2013

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Testimonianze sincere?

Spesso si suggerisce di contattare i vari franchisee per “tastare loro il polso” su un business in franchising.

Anche lei dà questo consiglio, tuttavia mi chiedo perché mai i franchisee dovrebbero rispondere a domande sul “loro” business.

Se va male, non saranno contenti di ammetterlo, perché così probabilmente si diffonderebbe la notizia che quella marca non è buona, con ulteriori conseguenze negative.

Se invece va bene, perché tentare altri ad avviare un’attività, magari nella stessa zona, facendo loro concorrenza?

Leonardo Calderone

Incontrare gli affiliati prima di scegliere una franchise è sempre utile e quanto mai opportuno.

Per prima cosa permette di “toccare con mano” l’attività, di conoscere in presa diretta e senza la mediazione di un promotore gli aspetti operativi caratteristici di quel particolare business.

A volte basta stare per pochi minuti a osservare l’atmosfera di un negozio o la faccia di una commessa per capire come vanno gli affari… Se ciò non bastasse, abbiamo molti modi per capire l’andamento dell’attività, per esempio appostandoci fuori dal negozio e vedere quanta gente entra e quanti comperano.

La visita a un solo affiliato in ogni caso non è sufficiente a fare statistica, quindi consigliamo di visitare il numero più elevato possibile di affiliati.

Ma le informazioni che possiamo rilevare dalle visite agli affiliati non sono solamente legate all’andamento economico, serve soprattutto cercare riscontro alle promesse dei promotori con domande specifiche come:
“hai investito più o meno di quanto ti avevano prospettato?”, “hai ricevuto la formazione che ti aspettavi?”, “le consegne sono puntuali?” e così via.

Comunque sia, non è dal comportamento di un solo affiliato che si debbono trarre le conclusioni. Piuttosto è dalla convergenza delle risposte di più affiliati che emergono i reali punti di forza o di debolezza della rete, che dovranno essere poi commentati con il promotore.

Riguardo ai timori del lettore, due ultime considerazioni: se le cose vanno male è più facile che gli affiliati esistenti scoraggino altri a entrare nel network, per una sorta di “colleganza” che nasce dal fatto di aver vissuto in precedenza lo stesso ruolo di potenziale affiliato.

Se le cose vanno bene il timore di una “concorrenza” non dovrebbe esistere, vista la protezione data di solito dall’area di esclusiva.