Come creare un franchising: ecco cosa dice la legge sul franchising in Italia

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Come creare un franchising

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Sviluppo rete franchising: come fare

Sviluppare una rete franchising da un marchio è il sogno di molte persone desiderose di ampliare la propria attività. Ma come funziona una rete di franchising? Scopriamo grazie al nostro esperto franchising Luca Famagalli cosa dice in merito la legge italiana.

Sviluppare una rete franchising: la legge sul franchising in italia

In Italia c’è una Legge, quella del 6 maggio 2004 n. 129, entrata in vigore il 25/05/2004, che regola il franchising o affiliazione commerciale. È una legge semplice ed esaustiva che definisce correttamente chi sono gli attori: franchisor o affiliante, franchisee o affiliato, licenziatario master (quando presente).

La legge sul franchising spiega chiaramente i requisiti che deve avere un’azienda affiliante per definirsi tale, offre una precisa definizione di know-how (saper fare). Soprattutto fornisce indicazioni puntuali su un aspetto determinante per l’avvio di un corretto rapporto di franchising, ovvero la fase informativa preliminare.

La legge sul franchising chiede alle due parti di essere chiare, trasparenti, leali prima di tutto nel periodo critico che precede la stipula del contratto di affiliazione, ovvero quello della scelta. Nella sostanza ricalca il vecchio proverbio: “Patti chiari, amicizia lunga”. Sul resto del rapporto vincola poco, com’è giusto che sia per una formula di collaborazione imprenditoriale molto ben definita nella pratica, ma che si applica in contesti e settori anche molto differenti l’uno dall’altro.

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Come creare una rete franchising: cosa dice la legge sul franchising in Italia

Per chi vuole diventare affiliante poi, i passaggi sono facili da capire, ma per niente semplici da applicare. Innanzitutto occorre che il marchio sia registrato e quindi cedibile a terzi in concessione d’uso per la durata del contratto. Ma soprattutto è fondamentale poter dimostrare che l’attività franchising sia vincente, cioè che sia in grado di generare guadagni tali da ripagare l’investimento che l’affiliato deve fare.

Per far questo occorre che ci sia una sperimentazione del progetto con una attività cosiddetta “pilota”, che testimoni la potenziale redditività del business. Bisogna anche dimostrare che il know-how sia trasferibile, ovvero che l’esperienza vincente possa essere acquisita e riprodotta con successo da terzi. Solo e se si verificano queste condizioni, si può iniziare a parlare di franchising. In ogni caso, anche qualora ci siano tutti questi ingredienti è meglio non improvvisare.

Migliaia di casi di insuccesso negli ultimi anni dimostrano che la formula dà poco spazio a franchisor inesperti e a iniziative abborracciate. Ci sono esperti nel settore, i consulenti di franchising appunto, che, dopo aver realizzato un apposito studio di fattibilità, aiutano a impostare e sviluppare il progetto di franchising.